venerdì 3 gennaio 2014

Pandoro delle sorelle Simili....rewind...buon 2014 e viva la sorellanza!


Va bene, va bene, ormai lo sapete, faccio tutto al contrario. E con l'anno nuovo pubblico la ricetta del pandoro delle sorelle Simili. Colpa mia se prima di Natale non ho avuto tempo? Teniamocela da conto per l'anno prossimo, oppure facciamola per l'ultimo scampolo di festeggiamento, per la Befana, per i nostri bimbi. Eh già. I bimbi. Complice una bruttissima bronchite della mia, di bimba, queste feste le ho passate a casa, rinchiusa, murata. Chi ha figli può capirmi. Hanno la malattia a tempo, laddove tempo va letto dal venerdì sera alla domenica, nei week end, sotto le feste, a ferragosto, durante le vacanze al mare. Tu sei lì che pianifichi, ti prepari, programmi e loro...tac...si ammalano. Potresti scommetterci grosse cifre, c'è da giurarci. 
Però non tutto il male viene per nuocere, lo dico sempre. Mi sono riposata, ne avevo un gran bisogno. La mia bimba ha potuto coltivare il suo sport preferito, la 'mammite' (lo conoscete? consiste in dosi massicce di abbracci, coccole e baci ricevuti a intervalli regolari) e ho preparato ricette per il blog. Non male, direi. Questa ricetta la dedico alle mie amiche. Con loro pratico anch'io uno dei miei sport preferiti, si chiama 'sorellanza'. Questo sport non è per  tutti, ve lo dico. Sì perché a volte nasconde delle insidie che lo rovinano. Colpa dei protagonisti, colpa di noi donne, mi metto al primo posto. Donne contro le donne. Sempre troppo tardi quando capiremo che non è così che funziona.
Io però, che una sorella non l'ho avuta, mi ritengo fortunata, perché lungo la strada ne ho trovate tante. Un tempo pensavo che le amicizie vere si contassero sulla punta delle dita. Un tempo non mi fidavo delle donne, tradita, come accade nella vita, dalla mia amica del cuore. Capita, non bisogna farne una tragedia. Beh, crescendo, per fortuna, mi sono ricreduta, ho elaborato il colpo e sono cresciuta, ho imparato. E' cambiato il mio concetto di amicizia. A mia insaputa, chissà, avrò ferito qualche amica anch'io. Togliamo il chissà. Ho capito comunque che se apri il cuore e ti lasci andare e dell'altra parte trovi chi sa ascoltarti, anche solo per un minuto, anche per un periodo, per come sa, per come può, là trovi amicizia. Là trovi condivisione, empatia, accoglienza. Che noia le amicizie sempre uguali. Noi cambiamo, la vita ci fa cambiare. Possibile che il cuore non trovi lungo il cammino altre persone ad arricchire il percorso e ci si debba fermare solo ed esclusivamente agli incontri dell'infanzia? I famosi incontri che si contano sulla punta delle dita? Quelli magari restano saldi, ci sono, ma il cuore è grande. E sa accogliere, quando è pronto e impara a farlo. Anche noi diamo a fasi alterne, ci siamo e non ci siamo. Andiamo e veniamo. Come possiamo pretendere amicizie diverse dalla nostra natura? 
A parte le mie amiche storiche, ci sono loro, le amiche che mi ha portato il blog. Beh, la mia sorellina la conoscete, Roberta, che non finirò mai il blog di ringraziare per avermela fatta incontrare. E vogliamo parlare di Sara, della pluricitata, magica, unica Sara? E tutti i begli incontri di quest'anno, e dello scorso anno. Non posso citare tutte, davvero, perché ho paura di dimenticare nomi importanti, però sono certa che loro sanno. Ho avuto modo di conoscerle e incontrarle a Torino, Milano, Genova, Cagliari, Siena, Roma.
Fra loro c'è un gruppo di donne con la D, formatosi per caso, per una bizzarra coincidenza, anche se niente accade per caso, se abbiamo le lenti giuste per osservarlo. Mi piace citarle, senza fare torto alle altre grandi donne con la D della blogosfera. Ve le presento in ordine rigorosamente sparso, anche se non hanno bisogno di presentazioni: Patty, Aurelia, Greta, Teresa, Sabrina, Silvia, Cinzia, Anna Maria, Patrizia. La ricetta di oggi, delle sorelle Simili, la troverete sul blog di Cinzia, Cindy Star, donna dalle mille risorse, plurimamma fatale di 6, dico 6, maschi. '6 figli e non sentirli', così voglio chiamarla. In forma perfetta, attiva, organizzata. Non c'è niente che la spaventi. Io con una sola figlia mi sento un catorcio, lei con 6 è l'immagine della forza. Mi chiedo come si sia organizzata nei periodi da 'murata viva' con 6 figli. 6 varicelle, bronchiti alla sesta, sesta malattia alla diciottesima...oh mamma!!!!
Cinzia ha la fortuna di conoscere molto bene le sorelle Simili e un giorno di dicembre voleva farcele incontrare, a Bologna. Stavo per coronare un mio sogno. Un piccolo imprevisto ha impedito questo incontro, che è solo rimandato però. Abbiamo comunque trascorso una bellissima giornata insieme ad alcune delle donne con la D citate, cui si è aggiunta Simona (da annoverare anche lei sotto la capital letter D) ci siamo divertite, abbiamo condiviso emozioni, scambiato farine e paste madri, cose buone fatte in casa, comprato stampi per biscotti. Questa è la sorellanza per me. E con loro la coltivo ogni giorno, quando posso. Loro ci sono. E questo è un regalo del 2013. Per il 2014 auguro a tutti voi un regalo così.
E per celebrare questo regalo non potevo scegliere ricetta più appropriata, la ricetta delle arcinote sorelle.
Per un po' ho abbandonato la mia pasta madre, diciamo che dopo la saga del panettone 'stiamo litigate'. Ma passa presto, lo so. Le tengo solo un po' il muso, anche se lei, povera, non ha colpa. Ma non sono perfetta, si era capito no? Ecco, l'oroscopo di Rob Brezsny dice che noi della Vergine nel 2014 dovremo smettere di essere perfetti. Santo uomo, lo ringrazio, mi sa che farò proprio così. E voi? Mi seguite?

PANDORO DELLE SORELLE SIMILI 
Sul blog di Cinzia, troverete la ricetta fedele. Io ho apportato qualche modifica nella dose di zucchero e nella procedura di incorporazione del burro per la sfogliatura.
Riporto alcuni consigli preliminari di Cinzia:
  • usare solo farina di forza, quella generalmente indicata come manitoba 
  • le uova (medie), meglio non fredde, leggermente sbattute prima di unirle all'impasto
  • il burro tagliato a pezzettini farà prima ad ammorbidirsi
  • usare solo i semini di bacca di vaniglia, non aromi artificiali
  • per praticità iniziare la sera prima e fare la lievitazione del primo impasto in frigo perché l'ultima lievitazione è molto lunga, anche 5/6 ore, altrimenti si rischia di metterlo in forno a mezzanotte
  • un impastatore aiuta molto nel lavoro, ma dare sempre l'ultima lavorata e battuta a mano, aiutandosi con una spatola se necessari
  • spolverizzare sempre il piano di lavoro e il mattarello quando si sfoglia
Ingredienti:
450 g di farina di forza (io ho utilizzato Farina Panettone del Molino Quaglia)
160 g di zucchero (la dose originaria ne prevede 135)
170 g di burro
4 uova
18 g di lievito di birra
acqua tiepida
1 cucchiaino di sale
1 stecca di vaniglia
una noce di burro o burro spray per lo stampo
zucchero a velo

Lievitino:
15 g di lievito di birra
60 g di acqua tiepida
50 g di farina di forza
1 cucchiaio di zucchero
1 tuorlo
Sciogliere il lievito nell'acqua, aggiungere lo zucchero, il tuorlo e la farina e sbattere bene con una frusta o nella planetaria finché il composto risulta ben amalgamato e senza grumi. Lavorare a lungo a bassa velocità. Il composto sarà abbastanza liquido. Lasciar lievitare coperto in luogo tiepido per circa un'ora, fino al raddoppio (basta lasciarlo in forno spento con la luce accesa).

Primo impasto:
200 g di farina di forza
3 g di lievito di birra
25 g di zucchero
30 g di burro a temperatura ambiente
2 cucchiai scarsi di acqua tiepida
1 uovo
Aggiungere al lievitino il lievito di birra sciolto nell'acqua tiepida, lo zucchero, la farina e l'uovo, leggermente sbattuto. Lavorare bene, a bassa velocità
Quando gli ingredienti sono ben amalgamati unire anche il burro morbido un po' alla volta. Aspettare che sia ben incorporato, prima di aggiungerne altro. Anche se si impasta con la planetaria, è consigliabile lavorare l'impasto alla fine sul piano di lavoro, servendosi di una spatola (non aggiungere farina). L'impasto risulterà abbastanza appiccicoso, basterà sporcarsi le mani con la farina per lavorarlo. Lasciare lievitare in ciotola, coperto, in frigo per tutta la notte.

Secondo impasto:
200 g di farina di forza
125 g di zucchero
2 uova
1 cucchiaino di sale
i semini della stecca di vaniglia

140 g di burro per sfogliare

Tirare fuori la ciotola dal frigo e lasciarla rinvenire a temperatura ambiente per circa un'ora (l'impasto durante la notte dovrebbe essere lievitato al raddoppio).
Unire all'impasto precedente le uova leggermente sbattute a parte (un po' alla volta), lo zucchero (lasciate da parte un cucchiaio per mescolarvi i semi di vaniglia), la farina, il sale e i semi di vaniglia mescolati ad un po' di zucchero. Lavorare bene e a lungo, sempre a bassa velocità. Trasferire poi l'impasto in una ciotola unta di burro e lasciar lievitare coperto e in luogo tiepido per circa un'ora e mezza (o fino al raddoppio, ci vorranno un paio di ore abbondanti).
Poi mettere la ciotola in frigo per 30/40 minuti.
Mettere il panetto di burro freddo su un foglio di carta da forno o sulla pellicola. Ricoprirlo con un altro foglio e battere con il mattarello fino a spianarlo. Stenderlo in un rettangolo dello spessore di mezzo centimetro che dovrà essere contenuto nel rettangolo di pasta. Rimetterlo in frigo fino all'utilizzo.
Sulla spianatoia leggermente infarinata stendere la pasta in un rettangolo e mettere al centro il burro spianato, lasciando libero il bordo esterno della pasta (lasciare circa 3 centimetri).
Richiudere gli angoli della pasta verso il centro, coprendo parzialmente il burro (al centro del quadrato che otterrete, il burro resterà scoperto).

Prima piega: ripiegare ancora la pasta in un rettangolo e spianarla delicatamente avendo sulla destra il 'bordo aperto'. Ripiegare il rettangolo in tre, piegando prima il lato superiore verso il centro e poi quello inferiore sul lato superiore ripiegato. Coprire con la pellicola e mettere in frigo a riposare per circa 20/30 minuti. Nel mio caso, avendo fatto una dose doppia, il panetto era molto voluminoso.
Seconda piega: come la prima, più il riposo.
Terza piega, come la prima, più il riposo.


Dopo l'ultimo riposo, ungersi leggermente le mani con il burro (io a questo punto ho diviso il panetto in due, essendo l'impasto doppio). Formare una palla con l'impasto, ruotandolo sul piano di lavoro con le mani e nello stesso momento inserendo i bordi sotto (pirlatura).
Imburrare gli stampi (la dose singola va bene per uno stampo da un chilo). Per me è stato sufficiente ungere gli stampi con il burro spray. Le sorelle Simili suggeriscono di foderare gli stampi con della carta argentata (nel blog di Cinzia è descritto il procedimento). Nel mio caso ho sformato i pandori senza alcuna difficoltà. Ho comprato stampi professionali e non è stato necessario foderarli. 
Sistemare la palla nello stampo con la parte rotonda e liscia a contatto con il fondo dello stampo e quella con i lembi della pasta ripiegati, rivolta verso l'alto.
Lasciar lievitare in luogo tiepido (in forno con la luce accesa) coperto con la pellicola, fino a quando il pandoro arriverà al bordo dello stampo, o meglio, lo supererà di qualche centimetro (ci vorranno 5-6 ore).


Cuocere in forno ventilato a 170 °C per 15 minuti, poi abbassare a 160 °C per altri 15 minuti, nella parte più bassa del forno perché l'impasto gonfierà ancora in cottura. Controllare sempre la cottura regolandosi con la consueta prova-stecchino. Se il pandoro dovesse colorirsi troppo proteggerlo con un foglio di alluminio dopo che avrà raggiunto una buona coloritura.


Una volta cotto, sformare dopo circa un'ora, altrimenti il peso del pandoro lo farà accasciare sulla base. Al momento di servirlo, scaldarlo in forno per un paio di minuti, per far riprendere cremosità al burro. Spolverizzare con zucchero a velo.
Il pandoro si conserva per qualche giorno in un sacchetto per alimento ben chiuso. Per conservarlo più a lungo si può congelare una volta raffreddato bene, scongelarlo poi a temperatura ambiente riscaldandolo per qualche minuto in forno prima di servire.


49 commenti:

  1. tutta la mia ammirazione per questo pandoro a parte, ti voglio proprio bene! :*

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    1. Anch'io Greta, tanto tanto. :* E ti ammiro dal profondo del cuore :)

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  2. Cara Sabina, ci pensavo in questi giorni quando, come tutti, mi sono messa a fare un bilancio silenzioso di questo anno appena finito. E di tutto quello che è accaduto, gli acciacchi, le delusioni, le arrabbiature e le poche novità, quello che emerge e lampeggia con una luce tutta sua, è il calore delle amicizie che sono entrate nella mia vita sotto forma di stupende donne con la D, come dici tu. Provo esattamente i tuoi sentimenti e se mai mi sono domandata a cosa mi servisse un blog, adesso la risposta è sicura: a lasciare una porta aperta sulla mia vita in cui accogliere voi. Ti auguro tutto il bene possibile e spero che il tempo da condividere nel futuro sia sempre di più.
    Un fortissimo abbraccio cara Sabi.
    Pat

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    1. Una delle tante cose che amo in te è la capacità di leggere i nostri post, elaborarli e poi commentarli con riflessioni profonde. Per ognuna un commento diverso, per ogni blog uno sguardo attento. Ma come fai? Questa capacità mi manca del tutto, te la invidio bonariamente. Mostri sempre interesse e attenzione.Di questo ti ringrazio. Ti auguro anch'io tutto il bene possibile e tante mete da raggiungere, anche insieme.
      Un abbraccio fortissimo a te
      Sxxx

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  3. Dolce Sabina, fortunata che sono ad averti conosciuta! Fortunata ad avere amiche come te e le altre D. L'affetto e la partecipazione che le donne sanno intrecciare e scambiarsi, un tempo nelle cucine aperte sulle aie, oggi anche attraverso i blog e social, è bene prezioso, è risorsa, appoggio, forza. Un abbraccio grande a te!
    Patrizia

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    1. Fortunata io! Del 2013 mi resta anche il ricordo del soggiorno a casa tua. Non volevo venir via, ricordi? Mi sono sentita a casa. Accolta, coccolata. Ho amato la tua Genova, ne serbo un dolcissimo ricordo. Bello il tuo ricordo delle cucine aperte sull'aia. Me ne parlava mia nonna, marchigiana, dell'aia. Ho sempre pensato che mi ci sarei trovata bene.
      Ti abbraccio forte Patrizia.
      Sxx

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  4. Ecco qua..lacrimoni a go go. Quando ti ho visto per la prima volta a Torino sono stata conquistata immediatamente da quel luccichio che avevi negli occhi e che continui ad avere ogni volta che ti vedo. Ammetto che non conoscevo il tuo blog, ma ho imparato subito a conoscere te, donna di una dolcezza e di una generosità d'animo incomparabili. È proprio vero che il blog crea delle sorellanze impensabili, ma il reale supera di gran lunga il virtuale, cara amica mia.
    Sono tendenzialmente una solitaria. Il mio compagno dice che per questo motivo non so coltivare le amicizie. Ma con donne come te e come le sorelle che hai citato, l'importante è la qualità e non la quantità.
    Grazie per questo omaggio, un regalo prezioso.
    Ti voglio bene e....forza VIRGOOOOO!!!!!! :)))
    Baci.

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    1. Eh no, qua se c'è una che piange sono io. Grazie Sabri!!! Il ricordo che ho di te a Torino è questo: tu che ti siedi accanto a me, avevi in mano un mazzo di porri o qualcosa di simile e inizi a parlare con quell'accento che mi fa morire. Vicino a te ricordo Patrizia e Simona. Dovevi partire e io mi sono detta: ma come ho fatto a perdermi questo tesoro? Ricordo la tua presentazione. Marina al tavolo accanto al vostro. Fortunato quell'incontro. Anch'io sono come te. Tendenzialmente solitaria, credo più nella qualità che nella quantità. E quel primo incontro è stato così. Ce ne saranno tanti altri. Ti auguro di raggiungere quello che desideri in questo 2014. Di cuore. La VIRGO quest'anno je'a fa'....lo so!!!!! Baci grandi Sabri.
      Sxx

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  5. Ed eccomi qui, dopo tantissimo tempo, ma e' sempre come tornare a casa...Io una sorella ce l'ho anche, ma non ho faticato a trovare un posto molto speciale per te nel mio cuore. Non vedo l'ora di riabbracciarti, sorellina, e magari di incontrare qualcuna di queste DonneDonne che la buona sorte ha messo sui nostri cammini. Tutto il resto te lo dico a voce tra pochi giorni.....Una fetta di pandoro per me l'hai tenuta, si'?

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    1. Ed eccoti qui, laddove tutto è cominciato. Grazie per avermi accolta nel tuo cuore e non vedo l'ora di riabbracciarti anch'io, non mi pare ancora vero che succederà così presto. Oh, ti avviso....le Donne citate sono tutte avvisate. Non ho resistito :)))) Il pandoro è finito...quasi tutto sui miei fianchi :((( Ti abbraccio sorella. A presto :))

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  6. come ti capisco, mio figlio aveva 3 mesi circa dovevamo andare in Liguria per il matrimono di mia cugina la notte precedente la partenza gli venne la febbre a 39,il pediatra disse sarebbe preferibile non partire (al mattino aveva 36) anche se è molto strano che protetto dal latte materno gli sia venuta la febbre, comunque non andammo a matrimonio a lui non è venuta da allora più la febbre,oggi ha 20 anni ed io non più visitato la Liguria, se la vi, bellissimo pandoro, complimenti e buona giornata

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    1. Caspita Paola, è ora di rimediare. La vedi la signora Patrizia de La Melagranata qui sopra? Se non la conosci te la presento. Se vuoi dritte sulla Ligura e su Genova non puoi rivolgerti a persona migliore...in tutti i sensi! Quando deciderai di andare. Ti abbraccio e ti auguro buon anno. Sabina

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  7. Certo chetrascurerai anche il blog ma poi sforni, in tutti i sensi, simili perle.San Francesco chiamava il nostro satellite "Sorella Luna" a voler sottolineare un amore grande, infinito, unico. Nell mia vita un po' solitaria ho accolto tutti ma aperto il cuore solo a poche persone ed e' un'emozione ogni volta grande quando leggo parole come quelle che ci, mi hai donato oggi. E poi non mi ricordo piu' chi qualche ora fa scrisse "chi si somiglia, si piglia". E' bello assomigliare a te :D e al tuo fantastico pandoro! Grazie.

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    1. Credo di aver ricevuto oggi fra i commenti più belli sul mio blog. Anna davvero, mi hai commossa. Ricordo perfettamente anche il nostro primo incontro (qui sopra parlavo con Sabrina del nostro primo incontro a Torino). E' stato a Torino anche con te. Ti ho sentita parlare alla conferenza e ho detto: "Accidenti se è in gamba questa donna!". Ho pensato che la strada che avevi seguito mi si confaceva, mi piaceva. Ti ho considerata un esempio. Poi ti ho rincontrata fugacemente che scattavi foto ai nostri pass. Ce l'ho ancora la tua foto con il mio nome che hai pubblicato sul tuo post. Mi sono sentita onorata. Tu che scattavi foto al mio pass! Rivederti è stato un piacere, ogni volta quei tuoi occhi del colore del mare mi incantano. E' bello somigliare a te, credimi. In questi mesi ho apprezzato la tua saggezza, la tua calma, la tua visione del mondo. Sei una persona speciale. E ti voglio bene. Grazie a te!

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  8. Ti scrivo anche io, non sono tra le citate donne con la D maiuscola ma per me va bene lo stesso perché in questi anni ho capito che il cuore e i sentimenti non fanno una classifica ma che ogni persona che incontriamo e con cui condividiamo un pezzettino di strada, lascia in noi un piccolo o grande segno. Ecco, con te ho condiviso poco: nessun pandoro, nessuna ricetta, nessuna vacanza, nessuna camera di albergo. Però ho condiviso con te il Dolore, anche quello con la D maiuscola, e anche un confronto e una 'rappacificazione' e questo a me basta per sentirti come parte della mia vita. Perché anche queste cose ci fanno essere quelle che siamo.
    Un abbraccione Sabi e buon anno perché so per certo che sarà pieno di grandi e belle novità e te le meriti!!

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    1. Robi cara, ma fra quelle Donne ci sei tu anche tu ed è giusto quello che dici. Non è una classifica, hai colto perfettamente il senso. Direi che abbiamo condiviso molto tu ed io, se ci pensi, le cose più importanti, quelle che mettono a dura prova amicizie decennali. E poi ci sganasciamo di risate in sogno. A me sembra tantissimo quello che abbiamo condiviso!!! Un abbraccione a te e a prestissimo. E spero tanto che il 2014 sia pieno di belle novità anche per te. Ne sono certa. Ti sento già in pista :))

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  9. l'ho scritto stamattina il commento. appena letto il post. poi ho lasciato la pagina aperta senza inviare. perché sono così, mi distraggo un attimo ed è già passato un giorno. e mi sono persa e volevo dire grazie e volevo dirti che basta una parola, una frase, un pandoro con tanto burro e la bocca delicata. che mi sento a casa

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    1. Anch'io faccio così. Ieri sera ho letto da cellulare il tuo ultimo post sui mesi dell'anno. Da cellulare non riesco a commentare. E come vedi oggi non ho commentato da pc smemorata come sono. Però voglio dirti che sono felice che in qualche giorno di qualche mese ci sono stata anch'io. Grazie a te, scrivi in un modo sublime, mi piace tantissimo la tua scrittura e mi piaci tu. Baci grandi Silvia cara e un anno pieno di quello che desideri.
      Sabina

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