lunedì 22 aprile 2013

Faraona alla catalana con riso basmati...di democrazia e di olio di ricino...


Avete presente quando da piccoli subivate un rimprovero che per voi suonava ingiusto? Succedeva che a volte il rimprovero fosse dovuto, la decisione correttamente motivata, la reprimenda necessaria. Capitavano però quelle volte, che nella mia memoria sono rimaste fortemente scolpite e credo che abbiano segnato il corso della mia esistenza, senza ovviamente voler colpevolizzare nessuno, che sentivi fortemente l'ingiustizia di certe decisioni subite. Sentivi, perché i bambini hanno un forte sentire, non contaminato ancora da letture mentali compensative, sentivi che c'era dell'altro dietro. Sentivi che quel rimprovero, quella decisione, non avevano molto a che fare con quello che avevi combinato, non riguardavano te. Lo sentivi in modo indistinto, ma lo sentivi forte. Non lo capivi. E quel rimprovero ti invadeva. Vi è capitato?
A volte credo di commettere gli stessi errori con mia figlia, in modo tristemente inconsapevole. Altre volte me ne rendo conto e non riesco ad evitarlo. Perché non è facile essere genitori e i figli, noi figli, siamo sempre lì a puntare il dito. Siamo essere umani, imperfetti, sbagliamo, ci proviamo, facciamo del nostro meglio. Queste esperienze infantili, come vi dicevo, credo che abbiano fortemente influenzato il mio sentire 'adulto', rendendolo forse meno adulto e molto reattivo. Lo so, mi spiego poco e male. In questi giorni ho assistito come tutti alle vicende politiche del nostro paese. L'elezione del Presidente della Repubblica, gli accordi, le intese. Nulla di quello che ho visto, nulla di quello che ha portato alla convergenza sul nome dell'attuale Presidente, mi ha vista concorde. Il mio giudizio non riguarda l'uomo, ma tutto quello che ha portato alla sua rielezione. Una volta conclusi i giochi, ho assistito al triste ritorno nei ranghi. E' giusto accettare democraticamente questa nomina, giusto farsene una ragione, che ci piaccia o no, nel nome della democrazia. Ed è lì che le mie ferite si sono risvegliate tutte. "Perché, secondo te cosa si sarebbe dovuto fare? Avresti voluto davvero marciare su Roma? Sobillare, fomentare, aizzare gli animi?", direte voi. No,  certo che no, niente di tutto questo. Semplicemente protestare, far sentire la mia voce, scendere in piazza, come è stato fatto. La sensazione che ho, il mio sentire, è che qualcosa stia succedendo davanti ai nostri occhi e ci venga chiesto di accettarlo senza protestare, senza rilevarlo, senza stigmatizzarlo, il tutto (ed è questo che mi manda letteralmente su tutte le furie), in nome della democrazia. E' un po' come dire: "Sì lo so questa medicina fa schifo, forse non ti sta facendo neanche bene, però devi prenderla lo stesso perché è così. Perché se tu la prendi io sto più tranquillo. Fallo per me. Fammi fare.". Tu ti fermi davanti al cucchiaio, stringi la bocca, serri i denti e capisci che quel rimedio è del tutto inutile, lo capisci, lo senti. Però c'è un adulto di cui ti sei sempre fidato che ti piazza quel cucchiaio davanti alla bocca e ti dice che devi aprirla per il tuo bene e per quello di tutti. E tu alla fine apri quella bocca e ingoi. Torni a giocare e dimentichi l'episodio. Non ci pensi più, lo rimuovi. Però conosco adulti che ancora si ricordano di quel famoso cucchiaio di olio di ricino dato 'a prescindere', che tu ne avessi bisogno o no, in un giorno particolare della settimana. Perché faceva bene. E non mi sto riferendo alle purghe che si infliggevano durante la dittatura. Non voglio venire fraintesa. Cos'è veramente la democrazia? Sentirsi partecipi o accettare passivamente? La uno o la due? E quando ci si stufa di accettare passivamente, quando si è sempre andati a votare, si sono sempre pagate le tasse, si è sempre avuto un senso civico più o meno sviluppato, si è sempre fatto in poche parole il proprio dovere di cittadini, è giusto continuare ad assistere al 'gioco' della democrazia? La democrazia è una cosa seria. Ci sono persone che sono morte nel nome della democrazia, per far sì che tutti avessimo il diritto di esprimere il proprio dissenso e vederlo ascoltato...ecco, vederlo ascoltato. Ci sono persone che ancora oggi muoiono in nome di una 'democrazia tradita'. Muoiono negli ospedali dove non ricevono cure appropriate, muoiono per lo schifo che mangiano e respirano, muoiono quando vengono pestate a morte senza un motivo e non c'è un colpevole, muoiono sul luogo di lavoro, muoiono nelle scuole fatiscenti o falciati sulle strade, perché il senso civico e il rispetto delle regole non esistono più. La democrazia non esiste se non esiste lo Stato, se non si ascoltano i cittadini, se li si tratta come se non fosse cosa loro. E allora perché io devo sentirmi antidemocratica se affermo che queste scelte non mi rappresentano, se esprimo civilmente il mio dissenso? Ma perché non chiamare le cose con il loro nome? Ma perché non sentirsi legittimamente presi per i fondelli e altrettanto legittimamente farlo notare? "Guarda che mi stai pestando un piede". "No, non sono io che te lo pesto, sei tu che l'hai messo sotto il mio. La colpa è tua". Eh no accidenti, riportiamo un po' tutto su un piano di legittimità, di coerenza e di onestà. Perché la verità fa così paura? Perché il cambiamento fa così paura? Si preferisce continuare a sguazzare nel guano (forse dovrei dire merda, ma poi potrei essere accusata di alzare i toni) per non provare la bellezza di una corroborante doccia gelata. Non esiste un cambiamento senza senso della responsabilità. Non esiste. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e smettere di delegare. I bambini delegano, gli adulti non possono permetterselo. Anche per i bambini, che sono il nostro futuro. Perché tutto alla fine ci riguarda da vicino, tutto ci tocca, tutto può farci un gran male anche se facciamo finta di non vederlo, di non occuparcene. Lo Stato siamo noi, tutti noi, dal primo all'ultimo. Niente fazioni, niente colori. E questo cucchiaio di fiele io non intendo ingoiarlo. Perché anche i cittadini possono fare opposizione. Pacifica, civile, ma che opposizione sia. Non c'è nulla di male nel dissentire, nel chiedere a gran voce un cambiamento di uno stato di cose marcio...sbaglio o è democrazia anche questa?

FARAONA ALLA CATALANA CON RISO BASMATI
Nota: questa ricetta è un'altra delle chicche regalatemi dalla signora Rosa. Per chi volesse provare le altre sue ricette potete trovarle nel mio cookbookcous cous all'arancia, arista di maiale agli agrumi e arista di maiale alla senape.

1 faraona
3 cucchiai di olive nere saporite snocciolate (io ho utilizzato olive taggiasche)
4-5 pomodori verdi
1 cucchiaino abbondante di curry
2 limoni non trattati
1 spicchio d'aglio
4 pomodori
pepe nero
2 cucchiai di farina 0
vino bianco
olio evo
sale
1 etto di riso basmati integrale

Tagliare la faraona a pezzi. Fiammeggiarla, sciacquarla e asciugarla bene. Condirla con olio evo e sale. Cuocerla in forno preriscaldato a 180°, bagnandola dopo una quindicina di minuti con del vino bianco. A parte, prima di infornare la faraona, far bollire 4 dita di acqua salata con le olive, il pepe, il succo e la scorza dei limoni, lo spicchio d'aglio. Spegnere il fuoco, togliere le olive, l'aglio e le scorze e in questo liquido aggiungere 2 cucchiai di farina (miscelandola a parte con un po' di liquido caldo) e 1 cucchiaino di curry. Far bollire finché non diventa una salsa. Lavare i pomodori e tagliarli a fette spesse. Rosolarli in una padella antiaderente da ambo i lati. Dopo mezzora, togliere la faraona dal forno, condirla con la salsa e le olive. Girare il tutto e coprire con uno strato di pomodori verdi. Infornare di nuovo e cuocere per una ventina di minuti.
Per il riso: sciacquarlo e cuocerlo per 11 minuti, versandolo nell'acqua calda quando sta per bollire. Scolarlo.
Servire la faraona accompagnandola con il riso.


22 commenti:

  1. CARA SABINA TI RINGRAZIO PER QUELLO CHE HAI SCRITTO, NON C'E' DA CAMBIARE NEANCHE UNA VIRGOLA, BISOGNEREBBE CAMBIARE LA MENTALITA' COMUNE CHE LIQUIDA CON LE SOLITE PAROLE UNA SITUAZIONE INSOSTENIBILE: "TANTO NON C'E' NIENTE DA FARE IL MONDO E' ANDATO SEMPRE COSI'...."DIMENTICANDO QUANTI EROI SONO MORTI PER POTER ESPRIMERE PACIFICAMENTE IL LORO DISSENSO E LE LORO IDEE LIBERAMENTE.... E QUESTA E' LA FORZA DEI DITTATORI. MEDITATE GENTE....

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  2. Il messaggio che precede è di tuo padre surriscaldato dal suo spirito rivoluzionario.
    Mi associo e mi compiaccio nel constatare in te lo spirito famigliare, ancora una volta riconfermato.
    Marcedlla

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    1. L'avevo capito...lo riconosco dai contenuti e dalle maiuscole. Vi rispondo congiuntamente, tanto siete Cip e Ciop :)
      Io penso che tante persone siano per il cambiamento, più di quante possiamo pensare. A volte basta spostare l'ultimo sassolino e la montagna viene giù. Ognuno ci arriva con i suoi tempi ed i suoi modi. Sono fiduciosa. E ho sempre creduto che il tempo è galantuomo. Lo voglio sperare. E papà, non ti accalorare...che anche questo fa parte del nostro spirito famigliare e andrebbe cambiato :) Ciao ragazzi!!!

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    2. E comunque anche se mi rendo conto di essere una gran rompi sono felice che mi abbiate dato l'opportunità di coltivare la curiosità, di protestare anche in modo sconnesso e a volte molto, troppo, incentrato sul mio punto di vista, sulle mie ragioni, ma di farlo comunque, aggiustando il tiro. Di questo ve ne sarò sempre grata.

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  3. Ce la siamo raccontate ieri la nostra insoddisfazione...
    Che amarezza!
    Che bella questa ricetta! Da quando ho trovato un ottimo "spacciatore" per la faraona (il macellaio di lusso di cui ti raccontavo a Prati) la faccio spesso e una ricetta nuova fa proprio al caso mio! ;)
    Baci

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    1. Mi ha fatto tanto piacere rivederti e seguire una bella lezione di cucina con te. Ho pubblicato su FB le foto ed è sorta una polemica sull'utilizzo del foie gras...va beh.
      Il tuo pusher di carne voglio venirlo a conoscere!!!! ahahaha!!!
      Dai Daniela che ce la facciamo. Io intanto ho trovato altri due locali da visitare. Ti tengo aggiornata.
      Baci grandi

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  4. Da troppo tempo non passavo dalle tue parti, e quando ci passo trovo un post che mi legge dentro. E che esprime quello che penso. Sai una cosa, cara Sabi? Io non so più veramente cosa dire in merito. Delusa da un popolo italiano prima di tutto, che alle elezioni ha messo davanti i propri miseri interessi (perchè di miseri interessi si tratta, e di persone che non hanno guardato più in là del loro naso). Non riusciamo ad arrivare a niente di fatto. Poi tutto il susseguirsi di unioni, non unioni, ti voglio e non ti voglio. E qui mi ha deluso anche il nuovo movimento, quello che rappresenta l'Italia indignata. Poi è arrivato l'affondo del PD. Ecco. Diciamo che l'unico che alla fine non mi ha deluso è stato lui, il nostro "nuovo" presidente. Ma cosa si farà? Dove si andrà? Dovremo tornare indietro veramente, per poter vedere la luce in fondo al tunnel. Secondo me si. Secondo me ci sarà una crisi più crisi di questa. Spero tanto di sbagliarmi. Intanto, finchè posso permettermelo, penso che potrei andarmi a comprare una faraona e sperimentare questa tua ricetta. Quando lo faccio, ti mando un fischio! Un bacino! Sere PS hai visto che esperimenti con il lievito madre??? Ho postato ieri sera su facebook la foto di un'altro bel panone! Comandante Amigo se n'è innamorato!

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    1. Visto il panone e commentato. Vedo che sperimenti e vai alla grande. Brava.
      Anch'io penso come me che il fondo ancora non si sia toccato. Perché ancora non abbiamo toccato le sfere dolenti di chi vota seconda i proprio miseri interessi. Quando anche loro si sentiranno toccati allora forse qualcosa inizierà a cambiare...e a ben vedere è molto triste.
      Ti abbraccio
      Sabina

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  5. Giorni, mesi, anni di amarezza e la sensazione di sentirsi impotenti...
    La ricetta è come al solito una meraviglia!

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    1. Cara Stefania, amarezza e impotenza, hai detto bene. A me poi come hai potuto leggere scatta anche la rabbia. Una rabbia triste e accorata.
      Grazie mille come sempre
      Ti abbraccio

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