giovedì 16 febbraio 2012

Castagnole di nonna Gina...goodbye Norma Jeane!



Queste castagnole credo che non le abbiate mai assaggiate, a meno che non proveniate dai Castelli romani. Non so mia nonna da dove avesse preso la ricetta, sono molto diverse dalle castagnole tradizionali, si possono anche preparare il giorno prima e vi assicuro che una tira l'altra. Sono come le ciliegie. Lei era di Marino e le chiamava castagnole. Chiedo lumi a chi abita da quelle parti. Vi do un consiglio se non avete la planetaria. Quando anch'io ero sprovvista di questo utilissimo assistente di cucina facevo la classica fontana e iniziavo a lavorare con la forchetta il burro (ma potete farle con lo strutto) e lo zucchero. Un giorno il burro non era ben ammorbidito e per sbrigarmi ho preso una frusta elettrica e ho iniziato a montare burro e zucchero al centro della fontana. Beh, le castagnole sono venute ancora più buone con tanti buchini al centro. Provare per credere.
Oggi vi lascio presto...incredibile, direte voi! Eh sì, ho dato tutto su un compito del corso di scrittura che dovevo consegnare entro oggi. Scherzo, ma il fatto è che ci sto ancora pensando. Molti mi hanno chiesto di questo corso che sto frequentando e in effetti ancora non ne avevo parlato. Eccola là...dice che ci lascia subito e invece attacca con la filippica....solo due paroline sul corso, prometto. Anzi, due paroline sui miei compiti. Sapete cos'è un incipit? E' l'inizio del racconto, l'esordio, quelle prime parole, quelle poche frasi in cui in nuce è già contenuta l'idea narrativa. Con l'incipit devi catturare il lettore fornendogli indicazioni precise su alcuni elementi fondamentali del racconto: luogo, spazio, tempo, voce narrante, protagonista, empatia della voce narrante con il protagonista. E' tutto lì, stretto stretto e concentrato in poche battute. Ecco, io mi sono sempre ritenuta 'molto forte' sugli incipit, una ganza, una capace di esordire alla grande. E invece...il mio primo incipit è stato letteralmente bocciato!!! Ho subito una stroncatura tremenda (va beh, non proprio tremenda, sono lì per imparare in fondo), ma insomma un bel ridimensionamento. Il mio incipit non conteneva narrazione, accidentaccio!!! Era tutto fondato sulle emozioni, una sorta di diario intimista...e invece le emozioni non devi spiattellarle al lettore, il lettore deve capire da quello che fai fare al protagonista le emozioni che vive. Poi, ovviamente, in un monologo scavi e scavi e allora puoi abbandonarti allo stile 'diario intimista' che tanto mi piace. Almeno credo, perché di fronte al compito di questa settimana, ossia un breve monologo ispirato ad una bella foto in bianco e nero di Marilyn Monroe, mi è venuto un dubbio tremendo. Mi sono chiesta se a questa benedetta Marilyn dovevo far fare qualcosa o potevo lasciarla sfogare e basta. Io non le ho fatto fare niente. L'ho fatta parlare, sfogare, anzi scagliare contro John...povero John, gliene ha dette eh!

CASTAGNOLE DI NONNA GINA


Ingredienti per circa 65 castagnole poco più grandi di una noce
100 g di strutto (o burro)
4 uova
250 g di zucchero
scorza di 1 limone grattugiata
sale 1 pizzico
farina q.b.
olio di semi di arachide per friggere

Ammorbidire il burro, montarlo nella planetaria con lo zucchero, la scorza di limone e un pizzico di sale. Aggiungere un uovo alla volta. Montare bene. Aggiungere la farina un po' alla volta. Utilizzare dapprima la frusta piatta e poi il gancio. Oppure disporre la farina a fontana e iniziare a lavorare al centro il burro con lo zucchero, la scorza di limone e un pizzico di sale, aggiungere poi le uova. L'impasto deve risultare morbido. Ricavare dalla pasta dei serpentoni che taglierete in tanti segmenti. Arrotolateli nelle mani in modo da ottenere delle palline di media grandezza. Friggere le castagnole in olio di semi di arachide a 165° per una decina di minuti.





39 commenti:

  1. Mi piace questa cosa del corso di scrittura, che bello! E mi piace anche la ricetta delle castagnole,mi sa che la faccio ai ragazzi!
    ciao amica!

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    1. Grazie bella Valentina, amica mia. Ti abbraccio forte :))

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  2. Che storia un corso di scrittura!!!! Deve essere affascinante! E queste castagnole mi sembrano più consistendi di quelle che ho visto in questi giorni mi piacciono! Baci

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    1. Sì Ely sono totalmente diverse dalle normali castagnole. Il corso di scrittura è molto affascinante in effetti. Baci a te

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  3. ciao, non ho mai mangiato le castagnole di nessun genere......ora devo provarle......le tue hanno un aspetto delizioso.
    un bacione

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    1. Grazie mille Sabina, credo proprio che sia arrivata l'ora di provarle. Un bacione a te

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  4. sono bellissime e sicuramente non le ho mai assaggiate!
    che bello fare corsi, sono molto stimolanti, scrivere bene non è per niente semplice! :-D

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    1. Grazie cara. Sì, scrivere è tostissimo, non credevo proprio :)) Bacio

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  5. Grazie Sabina, come ti avevo detto da quando nonna nonm le ha più fatte, non ho più mangiato castagnole, tutte quelle che assaggiavo erano tutto per me tranne che castagnole, visto che come dici tu anche per me le "castagnole" vero che conoscevo erano solo quelle di nonna Gina!! Ricordo che papà ne andava matto!!! Ora proverò a farle speriamo bene! Risveglieranno molti ricordi!
    Ciao Laura

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    1. Provaci e fammi sapere. Un fiume di ricordi mia cara Laura. Baci

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  6. Buonissime le castagnole di Nonna Gina, io le ho gustate e condivise :-) diverse da tutte le altre.
    Anche io non le avevo mai assaggiate prima, pur vivendo ai Castelli. Ma giustamente, ogni paesino ha la sua tradizione. :-D

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    1. Nadiù mica lo so se sono dei Castelli, in effetti anch'io non le ho trovate da nessuna parte in vendita. Vai a capire mia nonna dove le ha pescate. Baci

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  7. Belle 'ste castagnole!!! Non sono come quelle tipiche di casa mia, però le assaggerei volentieri...

    che bello dev'essere questo corso, sentirsi stimolati a fare una cosa che si ama e provare a capire cosa fare "canonicamente" per poi metterci del proprio e magari anche stravolgere tutto (come faccio sempre io...).. mi piacerebbe proprio una volta leggere qualcosa di tuo.. è possibile?!?!?!

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    1. Grazie bella Donatella. Certo che è possibile...a tuo rischio e pericolo eh! Magari ti mando qualcosa via email. Bacio grande

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  8. Che bello un corso di scrittura, non penavo ne esistessero :)
    Sai che la mia mamma si chiama Gina? Mi fa un po' effetto il nome di queste castagnole. Vederle invece mi mette l'acuolina ^_^ Baciotti, buon we

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    1. Allora cara Federica salutami tanto la signora Gina :)) Buon week end a te.

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  9. Queste castagnole hanno tutta l'aria di essere buonissime!!!

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  10. ma del resto lo sappiamo che sei bravissima con le parole :) E anche in cucina!

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  11. Ma grazie grazie mia bella Monica :))...con le parole inizio a dubitare ;)

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  12. Cara Sabina, ho scoperto il tuo blog: mi piace!! Complimenti!
    In bocca al lupo per il corso di scrittura!!!
    elisa

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    1. Ciao Elisa, bentrovata e grazie mille!!! Crepi il lupo e a presto.
      Un abbraccio
      Sabina

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  13. La mia nonna Emma, non era dei castelli Romani ma della provincia di Rieti, di un paesino che adesso non c'è più, vicino a Fiamignano. Lei preparava le castagnole come quelle di tua nonna e nella cottura anche loro si aprivano in un sorriso. Me le sogno ancora adesso ma non ho la ricetta. Prendo la tua, convinta che avrò un tracollo stile Madelaines di Proust. Casualmente anche io avevo una nonna che si chiamava Gina, la mia nonna materna, del lago di Garda: le non faceva le castagnole ma altre cose buonissime di cui un giorno ti parlerò. Come del mio sogno di fare un corso di scrittura creativa. Ti abbraccio forte, Pat

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    1. Grazie Patty, ma davvero le castagnole di tua nonna Emma erano simili? Sono felice se hai ritrovato la ricetta, veramente. Se le provi fammi sapere. Una Madeleine proustiana in piena regola!!! Ora chiederò a mia mamma se avevano dei parenti dalle parti di Rieti. In effetti ai Castelli non le ho mai trovate in vendita. Quante coincidenze cara Patty,anche la nonna Gina (la mia poi in realtà si chiamava Oralda)...ho la pelle d'oca. Mi devi dire del corso di scrittura creativa. Ti abbraccio forte anch'io.

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